Abitare la Comunità è una ricerca commissionata dal Forum das Américas e sviluppata da Archea Brasil assieme ad un team di docenti provenienti da alcune università italiane e brasiliane con la consulenza per le parti architettonica, impiantistica e tecnologica, di tecnici e specialisti di diverse discipline. Il progetto, presentato all’interno del Padiglione italiano in occasione della Conferenza indetta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, Rio+20, svoltosi a Rio del Janeiro dal 13 al 22 giugno 2012, propone nuove strategie di intervento utili alla riqualificazione dei sistemi urbani spontanei di Rio de Janeiro. La città, attualmente al centro di un processo di trasformazione e rinnovamento connesso con gli importanti eventi internazionali programmati nei prossimi anni, dai campionati mondiali di calcio del 2014 alle Olimpiadi del 2016, sente l’esigenza di una trasformazione eco-compatibile di gran parte del patrimonio edilizio della città informale.
La ricerca si concentra sulle Favelas Babilonia e Chapéu Mangueira, ubicate alle spalle del Bairro do Leme, già coinvolte nel progetto Morar Carioca sviluppato dalla Prefettura di Rio de Janeiro, al quale si integra la presente proposta sollecitata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare italiano.
Le favelas, o meglio, comunidade, conurbazioni nate spontaneamente per rispondere alle pressanti necessità abitative del sottoproletariato urbano a partire dalla fine dell’Ottocento, rappresentano una realtà di degrado fisico e sociale ormai incompatibile con la nuova politica e le strategie di affermazione globale della città. La totale separazione e segregazione di queste aree dal resto della metropoli, in particolare dalle zone residenziali legali definite città formale, oltre alla carenza di servizi, di infrastrutture, l’insalubrità, la criminalità e il pressoché totale abusivismo che si concretizza in una diffusa precarietà statica e funzionale del costruito, richiedono interventi urgenti ma ponderati rispetto all’enorme massa edificata per la quale appare improponibile la demolizione su vasta scala.
La strategia progettuale proposta si muove all’interno della lettura delle azioni primarie di una difficile esistenza quotidiana: entrare, muoversi, abitare, relazionarsi e vivere sostenibile. Il progetto, sostenuto da un’importante fase propedeutica di analisi dell’esistente, intende proporre nuove soluzioni operative che muovono dalla scala architettonica e urbana alla scelte tecnologiche e di sostenibilità rivolte ai moradores della zona al fine di sopperire alla separazione tra città formale e città informale. L’incremento e lo sviluppo di una più facile accessibilità attraverso la creazione di nuovi percorsi pedonali, scale mobili, torri ascensore e servizi di trasporto pubblico, oltre l’incremento della rete di telefonia mobile e la creazione di una connettività diffusa, consentiranno una ricomposizione urbana e sociale auspicata e ricercata dall’intero corpo dei cittadini di Rio.
L’obiettivo è quello di coinvolgere in maniera diretta gli abitanti della comunidade offrendo loro modelli operativi semplici e pratici da utilizzare per migliorare le condizioni del proprio abitare e renderlo sostenibile, oltre che per riqualificare gli spazi pubblici che lo circondano. Il centro della proposta consiste, almeno nella fase iniziale, quale priorità assoluta, nel consentire un più agevole ingresso nella comunidade, renderla fruibile, consentire anche alla popolazione anziana il movimento e gli spostamenti agevolati sul piano inclinato, passeggiare sulle e tra le terrazze, muoversi agevolmente all’interno del quartiere, introdurre nuove attività commerciali e culturali, creare una rete fognaria, idraulica oltre ad infrastrutture quali cisterne di raccolta dell’acqua, la raccolta differenziata dei rifiuti ecc.
I principali strumenti di divulgazione e comunicazione della ricerca sono rappresentati da una pubblicazione edita da Forma Edizioni intitolata Habitar a comunidade tradotta in italiano e portoghese, un’indagine fotografica di oltre 200 scatti condotta dal brasiliano Leonardo Finotti, un video di alcune interviste, cortometraggi e un’animazione del filmaker italiano Giacomo Pellegrini, presentati all’evento di Rio+20 e in particolar modo nel Padiglione Italia dove nei giorni del summit si sono svolti un ciclo di incontri e conferenze sul tema della rigenerazione urbana nelle favelas.