Rivista internazionale di architettura e arti del progetto settembre/ottobre 2020

Materiali emotivi

Nella convinzione che difficilmente una rivista di architettura riesce a illustrare gli sforzi e le ricerche che portano al concretizzarsi di un’idea, Area, con questo numero, vorrebbe far emergere quell’approccio al lavoro ignorato da uno sguardo superficiale. Ogni numero della rivista parla più o meno ad alta voce di materiali ci sembra, però, doveroso dedicare un numero esclusivamente a questo tema in quanto vorremmo riflettere, oltre che sulle possibilità esecutive di nuovi o antichi materiali, anche sullo sviluppo di uno sguardo critico che dischiude infiniti spunti di dibattito. Osservare un edificio dal punto di vista della sua matericità consentirà di sviscerare la natura dell’edificio stesso e di illustrare aspetti non solo tecnologici. L’effetto estetico ed emotivo che l’uso appropriato ed innovativo di materiali conferisce al progetto sarà il filo conduttore della selezione qui contenuta. Da sempre, con Archea Associati, abbiamo ricercato un approccio emozionale alla matericità dell’edificio. Il materiale non è solo rivestimento, né mera solidità strutturale, né pura necessità e tanto meno un’applicazione standard. Il materiale è una possibile strategia di esecuzione di un concept ben preciso che raccoglie le esigenze del cliente, il contesto di esecuzione, il budget a disposizione e soprattutto una chiara idea comunicativa. Nel campeggio Albatros, ad esempio, l’utilizzo del legno è strettamente connesso ad un inserimento paesaggistico silenzioso e rispettoso, il materiale si adatta alla sinuosità delle forme dando una sensazione di riposo per la vista e per il fisico. La convinzione che ha guidato i progetti dello studio fin dagli esordi è stata la capacità di un edificio di entrare in dialogo a volte con il tessuto urbano, altre con l’ambiente rurale e soprattutto con gli individui che ne diventeranno fruitori. La scelta di un materiale ha in sé un qualcosa di definitivo: il chiaro disvelarsi di un’idea. Quando tale idea è forte, diventa obbligatoria un’intensa fase di ricerca per individuare la maniera più adeguata di esprimere il potenziale del materiale selezionato e la robustezza del concept. “È elemento di godimento estetico l’esatta levigatezza di una larga parete di marmo o la perfezione di una finestra in duralluminio, è pieno di accenti di moderna dissonanza l’accostamento del ferro rigido e infrangibile al vetro fragile e trasparente, è sorgente di commozione estetica intensa e completa una larga e maestosa parete di mattoni vetrificati o di lastre di travertino o di piastre metalliche”. Con queste parole Giuseppe Pagano mette poeticamente in stretta relazione i mezzi tecnologici e la matericità dell’architettura con la sua attitudine emotiva, cioè la capacità del singolo edificio o del contesto urbano di condurre le persone verso auspicate sensazioni di benessere e piacevolezza. I materiali ci raccontano dunque la storia di un edificio, ci parlano di un contesto e di forme spesso legate a funzioni. Ci raccontano di una storia passata, ma anche di una futura attraverso le sperimentazioni che sono in grado di mettere in atto. Osservare un edificio dal punto di vista della sua matericità ci offre grandi possibilità critiche, ci conduce lungo un percorso che tocca molteplici temi e non solo la materia. Perché l’edificio stesso è materia.

Laura Andreini

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