Pietra e ceramica, il dialogo della materia
Non vi è alcun dubbio che la ceramica in architettura rappresenti compiutamente il risultato della combinazione dei quattro elementi naturali – terra, acqua, fuoco, aria – considerati storicamente all’inizio della catena evolutiva della costruzione della materia. Inoltre questo raffinato processo produttivo può essere declinato, all’interno dello spazio domestico, nelle sue infinite variazioni che vanno dalla corrusca terracotta alla delicatissima porcellana, secondo usi e necessità che ne richiedono l’impiego per lo svolgimento di moltissime attività tanto che non esiste ambiente abitabile in cui poter escludere a priori l’uso di questo prodigio. Perché di questo si tratta, di una questione alchemica che varia la propria natura secondo gli ingredienti e la temperatura di cottura finanche alla maestria di chi ha imparato a colorarla o renderla un oggetto d’arte che ormai è parte della nostra quotidianità.
Rientrano infatti nel mondo della ceramica tanto quelle incredibili lastre di grès porcellanato per rivestimenti che competono con i materiali naturali in termini di immagine – avendo superato la sfida della resistenza, delle prestazioni tecniche e delle dimensioni – quanto gli oggetti di industrial design che popolano la casa: dai sanitari, ai vasi fino ai complementi per la tavola. Ovviamente l’evoluzione tecnica che più ha influito sul disegno e la finitura degli spazi per abitare riguarda proprio le possibilità offerte da nuove tecnologie di pressatura e forni in grado di consentire la realizzazione di formati precedentemente possibili soltanto mediante il taglio di grandi blocchi ottenuti dalla attività estrattiva, generando superfici anche tecnologicamente superiori rispetto ai materiali naturali in termini di assorbimento e quindi manutenzione.
Questi nuovi scenari rimandano anche ad una questione ambientale più complessa che riguarda il tema delle cave e del paesaggio da cui si estraggono i materiali, tematica che, a scale diverse, riguarda sia i materiali naturali che quelli realizzati dall’uomo.
Inoltre questa sorta di “iper-materia” ben lungi da aver esaurito le proprie potenzialità apre l’opportunità di lavorare, oltre i dati dimensionali, sulla tattilità e la complessità tridimensionale delle superfici offrendo la possibilità di un ulteriore auspicato salto qualitativo che passi dalla simulazione dei materiali tradizionali all’opportunità di creare nuovi e inaspettati materiali per l’architettura.
Pietre, marmi e graniti, ovvero quello straordinario mondo dei materiali naturali che da sempre costituiscono l’essenza del suolo che attraverso l’opera dell’uomo costruisce lo spazio per abitare, continueranno il loro inscindibile rapporto con l’architettura in ragione della proprie caratteristiche e della propria massività, del proprio peso, della possibilità di essere scavati e plasmati con una precisione che si è trasferita dalle abilità umane alle tecniche CAD CAM.
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