Potremmo interrogarci sul significato del termine “supernatural” ritenendolo semplicemente un sostantivo che estremizza l’idea di naturalità, di ambiente, di paesaggio, una sorta di super ecologia di cui oggi sentiamo l‘assoluta necessità per contrastare il pericolo portato all‘umanità dai cambiamenti climatici e dalla scarsa attenzione delle attività umane rispetto ai temi ambientali. Viceversa considero il termine come il sinonimo contemporaneo di architettura, cioè per dirla con Ruskin “…qualsiasi modificazione della crosta terrestre eccetto il puro deserto…” attuata dall‘uomo che si ponga il problema del bilanciamento tra esigenze dell’abitare e necessità di preservare l’ecosistema nel quale viviamo. Una sorta di “super-architettura” in grado di radicalizzare l’idea di una convivenza pacifica ed equilibrata tra individuo, collettività e ambiente. Certo non si tratta di indagare tematiche nuove o inesplorate, al contrario di dare forza e vita a questioni conosciute e a cui ha dedicato ad esempio l’ultima parte del suo attivismo critico Paolo Portoghesi con il suo ormai più che decennale impegno attraverso la rivista “Abitare la terra”, non solo un titolo ma un vero e proprio programma di comprensione della realtà e della contemporaneità derivata completamente dalla natura.

 

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