Perception and color

Il tema della relazione tra percezione dell’architettura e uso del colore (già trattato a proposito dell’edifico e dello spazio urbano nel numero 85 di Area) assume nel contesto degli interni una valenza particolare e più stringente. Le ragioni sono più che comprensibili ed attengono alla interazione che l’edificio deve necessariamente stabilire con il paesaggio circostante  e quindi con l’azzurro oppure, secondo le stagioni, il grigio del cielo, e ancora con l’ambiente urbano e naturale caratterizzato dal suolo, dalle rocce o dalle infinite tonalità di verde della vegetazione. Nello spazio confinato e concluso dell’interno il contesto risulta sempre costruito e quindi artificiale, pertanto nel perdere la relazione con la volta celeste (nera nelle ore notturne) o con l’ambiente naturale, il progetto introduce in maniera diretta e non mediata il rapporto tra individuo e spazio, tra contenitore e contenuto. In tale ambito progettuale la scelta cromatica e delle tonalità dello spazio abitabile si svela nell’immediatezza della percezione dell’individuo che abita e quindi incide con maggiore forza e urgenza sulla psiche di chi svolge nella “casa” le proprie attività. Attraverso il colore lo spazio interno percettivamente può dilatarsi o comprimersi, riverberare la luce per mezzo di tonalità chiare oppure promuovere la penombra attraverso l’uso di cromie tendenti verso lo scuro, o ancora, fuori dallo spazio domestico, in talune infrastrutture essere utilizzato quale strumento di segnalazione e individuazione delle diverse parti di un grande complesso architettonico dove il colore risulta talvolta decisivo per orientarsi con facilità. Ma in architettura il colore non risulta soltanto come una pellicola indifferenziata o monocromatica sovrapponibile a qualsiasi superficie, piuttosto caratterizza e svela l’identità dei materiali utilizzati nella costruzione, ne rappresenta l’essenza, il codice, le sfumature, le vibrazioni e con queste le volontà progettuali. Limitarne l’uso al solo apparato decorativo significa non comprendere fino in fondo le potenzialità comunicative e intuitive dell’uso del colore quale strumento di definizione degli elementi compositi principali.

Marco Casamonti

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