Con la nuova piazza a mare Durazzo conquista alcune migliaia di metri quadrati di spazio pubblico dedicato alla vita sociale e collettiva in uno dei luoghi più belli e significativi della città: il fronte del porto. Quello che oggi è soltanto un luogo di passaggio per le automobili affollato dal traffico e dallo scorrere incessante delle auto diventerà a breve uno spazio per il passeggio, per lo svago e l’incontro in un ambito aperto ma coperto. A simboleggiare l’idea della comunità concorre una grande tenda di pietra sospesa su quattro punti in modo da creare ombra e protezione su una piazza sottostante a sua volta copertura del sottopasso della strada che viene interrata per eliminare il traffico automobilistico. In futuro quello che oggi è soltanto uno snodo di traffico – l’incontro perpendicolare di due importanti arterie urbane – si mostrerà come un naturale palcoscenico per la città dove le persone potranno sostare, dove si potranno organizzare spettacoli ed eventi e dove si consolida e conclude il lungo asse che porta dalla piazza del comune al mare. La forza del vento e delle onde solleva metaforicamente un suolo di pietra e, come una vela ancorata a quattro alberi di altrettante barche immaginarie, sorvola la città protendendola verso l’acqua. Quando il viale costeggiato da palme sarà chiuso al traffico le persone potranno raggiungere dal centro città il lungomare senza attraversare strade carrabili, vedranno la nuova piazza coperta come il fondale di un nuovo e suggestivo scenario urbano in attesa che il porto possa aprirsi in futuro ai cittadini come avvenuto in altre città del mediterraneo, da Genova a Barcellona. La grande tenda di pietra (che si sospende sulla piazza ad una altezza che va dai 4 ai 18 metri ed è dotata di uno spessore che varia dai 30 cm ai 4 metri) ambisce inoltre a diventare icona e immagine della nuova Durazzo che si proietta nel mondo attraverso la costruzione di un nuovo simbolo che esalta il significato dell’accoglienza, dell’ospitalità, del mare. Tecnicamente si tratta di un’opera audace e complessa perché la tenda misura circa sessanta metri di lunghezza per quaranta metri di larghezza ed appoggia solo sui quattro punti di vertice costituiti da altrettanti pennoni in acciaio inox stabilizzati, come gli alberi di una barca a vela, da quattro cavi che ricordano, appunto, le sartie utilizzate nelle imbarcazioni. Parimenti alla estroflessione della tenda-copertura anche il suolo della piazza si incurva in modo da ridurre lo scavo del sottopasso e comprimere lo spazio della piazza fino al foro centrale. Quest’ultimo non solo costituisce il sistema di scolo delle acque dalla copertura in caso di pioggia, ma rappresenta anche una sorta di occhio che proietta la luce del sole riproducendo sul pavimento marmoreo, come nel Pantheon, la potenza della luce e quindi degli elementi naturali.